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Sopravvivenza dopo shock da defibrillatore cardioverter impiantabile


Esistono dati contrastanti sull'impatto degli shock del defibrillatore cardioverter impiantabile ( ICD ) sulla successiva mortalità.
Uno studio ha determinato se il substrato aritmico che porta alla terapia con ICD o la terapia stessa aumenti la mortalità.

La coorte dello studio ha incluso 5.516 destinatari di ICD che sono stati arruolati in 5 studi ICD di riferimento ( MADIT-II, MADIT-RISK, MADIT-CRT, MADIT-RIT, RAID ).
E' stata valutata l'associazione della terapia con dispositivo con la successiva mortalità in 4 modelli separati tempo-dipendenti: modello I, tipo di terapia ICD; modello II, tipo di aritmia per la quale è stata erogata la terapia ICD; modello III, valutazione combinata di tutti i tipi di aritmia e terapia durante il follow-up; e modello IV, rischio incrementale associato a shock ripetuti dell'ICD.

Quando si è analizzato per tipo di terapia ICD ( modello I ), un primo shock ICD appropriato è stato associato a un aumento del rischio di mortalità successiva con o senza il verificarsi concomitante di shock inappropriato durante il follow-up ( hazard ratio, HR: 2.78 e 2.31; P minore di 0.001 e P=0.12 ), mentre lo shock inappropriato da solo non è stato associato al rischio di mortalità ( HR: 1.23; P=0.42 ).

Allo stesso modo, la terapia con ICD per tachicardia ventricolare ( VT ) superiore o uguale a 200 battiti/minuto o fibrillazione ventricolare ( VF ) ( modello II ) è stata associata a un aumentato rischio di morte con o senza terapia concomitante per tachicardia ventricolare inferiore a 200 battiti/minuto ( HR: 2.25 e 2.62 ; entrambi P minore di 0.001 ), mentre la terapia appropriata per tachicardia ventricolare inferiore a 200 battiti/minuto o la terapia inappropriata ( indipendentemente dall'eziologia ) non hanno raggiunto la significatività statistica ( tutti P maggiore di 0.10 ).

La valutazione combinata di tutti i tipi di terapia e di aritmia durante il follow-up ( modello III ) ha mostrato che shock ICD appropriati per tachicardia ventricolare, shock per tachicardia ventricolare veloce ( maggiore o uguale a 200 battiti/minuto ) senza precedente stimolazione antitachicardica ( ATP ), così come shock per tachicardia ventricolare veloce somministrati dopo fallimento della stimolazione antitachicardica, sono stati associati al più alto rischio di morte successiva ( HR: tutti superiore a 2.8; P minore di 0.001).
Infine, 2 o più shock appropriati per ICD non sono stati associati al rischio incrementale per il primo shock appropriato per ICD ( modello IV ).

I dati combinati di 5 importanti studi sull'ICD hanno indicato che il substrato aritmico alla base, piuttosto che la terapia con defibrillatore ICD, è il determinante più importante della mortalità nei riceventi defibrillatore cardioverter impiantabile. ( Xagena2021 )

Aktas MK et al, J Am Coll Cardiol 2021; 77: 2453-2462

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